Estratto dal Verbale dell’Assemblea generale ordinaria dei soci.
…Prende quindi la parola Padre Jose Mathew che esordisce con un accorato discorso di ringraziamento alle nostre famiglie e all’associazione per il sostegno che da anni diamo al loro orfanotrofio. Pone l’accento sull’importanza del nostro contributo per il loro lavoro, che permette a molti ragazzi di guardare al futuro con la speranza di riscatto da un destino che a loro avrebbe solo riservato miseria e oppressione.
Poi illustra il loro metodo di lavoro con i ragazzi di strada di Delhi, che vivono alla stazione dopo essere arrivati da tutta l’India su treni presi a caso, il più delle volte in fuga da situazioni famigliari tragiche o magari semplicemente smarritisi perchè non sorvegliati dai genitori.
Le loro condizioni di vita alla stazione sono aberranti: si cibano di rifiuti, dormono per strada, frequentemente fanno uso di droga. Alla stazione avviene il primo contatto con i funzionari dell’Ashalayam, che danno loro cibo, vestiti e sostegno psicologico.
Dopo un po’ di tempo quelli di loro che lo vogliono vengono portati al “night shelter” (costruito 3 anni fa grazie al nostro contributo) nel quartiere di Okla dove è situato il quartier generale dei Salesiani dell’India del Nord.
Qui si danno ai bambini i primi insegnamenti di igiene personale, regole di convivenza civile e si svolgono i primi passi verso la loro alfabetizzazione. Dopo circa due mesi di permanenza nel night shelter i bambini sono pronti per affrontare la nuova vita nell’orfanotrofio.
Ci spiega che è molto importante che questa operazione avvenga per gradi perchè altrimenti se trasportati subito all’orfanotrofio scapperebbero immediatamente; i risultati sono eccellenti, abbiamo riscontrato che ben pochi di loro fuggono dalla “Casa della Speranza”.
Infine Padre Jose parla del suo ultimo progetto, la costruzione del villaggio per i bambini-lavoratori a Jajjar, nella zona delle fornaci.
Spiega all’Assemblea le ragioni che lo hanno spinto ad intraprendere un progetto tanto ambizioso, che sono da ricercare nella volontà di dare una speranza a queste migliaia di bambini sfruttati, e nell’impossibilità da parte di un apersona, soprattutto un cristiano, di accettare una tale situazione. Illustra con l’ausilio di fotografie la planimetria del villaggio, ciò che è stato fatto e quanto rimane da fare.
Viene inoltre proiettato un filmato molto toccante realizzato semplicemente riprendendo il lavoro e le condizioni di vita dei bambini lavoratori nelle immediate vicinanze del villaggio di Jajjar.
Alla fine dell’Assemblea vengono rivolte alcune domande a Padre Jose.
Al quesito sulle condizioni socio economiche dell’India di questi tempi Padre Jose spiega che il miracolo economico di questi anni serve solo per arricchire una limitata schiera di ricchissimi oligarchi che hanno vita facile a tenere la moltitudine nella miseria e nell’ignoranza per ragioni culturali e religiose; la società è strutturata in forma piramidale con una piccola parte di persone che si divide un’immensa ricchezza e una base enorme per la quale le attuali condizioni di indigenza non sembrano poter migliorare.
Gli viene poi chiesto come riesce a procurarsi i finanziamenti per i suoi progetti, e in particolare per quello di Jajjar; con grande serenità risponde che quello non è il problema: con una buona idea, tanto lavoro e l’aiuto di Dio i soldi si trovano sempre….